Essa può investirci in virtù di cause specifiche o anche più generalizzate. In realtà l’ansia è una configurazione auspicabile che permette al nostro sistema nervoso di attivare i processi di previsione e di anticipazione, di modo da mettere in campo moduli comportamentali più efficaci e funzionali.

Tuttavia, laddove gli stati ansiosi si tramutino in panico, l’individuo avverte la sensazione di essere angosciato, in preda ai suoi vissuti di concitazione, dai quali cerca di allontanarsi. A questo proposito, potrebbero esserci familiari le strategie di evitamento che permettono di disattivare, sovente temporaneamente, lo stato ansioso.

In questo modo, passiamo da una funzione adattiva dell’ansia a una maladattiva, nella quale perdiamo il controllo di noi stessi.

L’energia che disponiamo è consumata dalla paura e, anziché raccogliere le nostre risorse per raggiungere gli scopi che ci prefiggiamo, ci ritroviamo immersi in circoli viziosi che impediscono la nostra piena realizzazione.

Qualora l’ansia assuma una sfaccettatura pervasiva e consistente, i sintomi più ricorrenti potrebbero essere: difficoltà di concentrazione, tensione, palpitazioni, tremore, dispnea, dolore o fastidio al petto, nausea, instabilità, paura di perdere il controllo.

Di solito, può essere associato uno stato disforico e d’aggressività. In effetti, l’insicurezza, il timore di affrontare alcune situazioni, l’ansia da prestazione, la paura di non farcela, potrebbero strutturare un’immagine di sé inerme che non possiede le capacità adeguate per riuscire nei propri intenti.

I disturbi d’ansia correlano facilmente con alcune condizioni cliniche, come le patologie cardiache, i problemi gastrointestinali, sindromi metaboliche e respiratorie. Inoltre possono esserci passaggi evolutivi della nostra vita in cui è più probabile sperimentare ansia e irritabilità.

In una prima fase dell’intervento, si è dimostrata l’efficacia di alcune tecniche volte a migliorare il repertorio di strategie per modulare l’ansia, come ad esempio l’utilizzo di alcuni accorgimenti comportamentali e la meditazione.

A un secondo livello, invece, potrebbe essere utile approfondire, e in seguito confutare, le credenze da cui si generano i sintomi ansiosi.

Eccessiva rigidità, pensiero catastrofico, estrema generalizzazione, possono essere solo una parte dei pensieri che ci orientano nel nostro modo di esprimerci nel mondo. La comunità scientifica è incline a ritenere di primo ordine un atteggiamento flessibile nei confronti delle esperienze quotidiane che sappia cogliere, in ogni situazione, il proprio contributo riuscendo a esprimerlo con pienezza.

I sintomi dell’ansia più pervasivi possono essere superati riuscendo a comprendere nel dettaglio le caratteristiche di personalità che spesso contribuiscono a mantenere l’eccessiva preoccupazione e la paura. Siamo a conoscenza, in effetti, che tratti d’insicurezza e timidezza possono essere alla base di determinati disturbi d’ansia. Aumentando così la conoscenza di noi stessi, avremo la possibilità di scegliere le strategie che più ci soddisfano nella vita quotidiana, superando le situazioni di stallo dalle quali non riusciamo a uscire.